Sfide alla transizione cage-free

Europa (UE/Regno Unito)

Europa (UE/Regno Unito)

Nonostante le uova da sistemi alternativi alle gabbie siano ormai di uso comune in Europa, in alcuni mercati la transizione continua a rappresentare una sfida. In questa sezione sono analizzati i casi di Polonia e Spagna, per comprendere gli ostacoli che stanno impedendo il passaggio a una produzione più rispettosa del benessere animale in questi paesi.

Scopri di più

In risposta all’Iniziativa dei Cittadini Europei “End the Cage Age”, che è stata avviata e coordinata da Compassion e ha raccolto più di 1,4 milioni di firme, a giugno 2021 la Commissione europea si è impegnata a presentare, entro la fine del 2023, delle proposte di legge per l’eliminazione delle gabbie in tutti gli allevamenti europei. All’impegno formale, però, non sono ancora seguiti i fatti, nonostante da un recente sondaggio Eurobarometro sul benessere animale emerga che il 91% degli europei attribuisce importanza alla tutela del benessere degli animali d’allevamento e l’84% afferma che le misure di protezione attuali vanno accresciute e migliorate (europa.eu). In attesa che si adottino provvedimenti legislativi mirati, ora più che mai è importante stimolare il cambiamento dotandosi volontariamente di migliori standard di benessere animale. L’Unione europea è un mercato leader per le uova non in gabbia, infatti il 60,3% delle galline ovaiole sono allevate in sistemi alternativi (agriculture.ec.europa.eu). Nonostante i dati complessivi siano buoni, in alcuni mercati specifici la transizione verso l’eliminazione completa delle gabbie rimane ancora difficile. A due di questi mercati, Polonia e Spagna, dedichiamo un caso di studio per comprendere le difficoltà del passaggio a pratiche di allevamento più rispettose del benessere delle galline ovaiole.

Polonia

La Polonia conferma una posizione importante nel mercato europeo delle uova, con un contributo del 7,9% al totale delle uova prodotte nel 2022, al sesto posto nella classifica dei principali produttori dopo Francia, Germania, Spagna, Italia e Paesi Bassi. Inoltre, la Polonia è il secondo maggior esportatore di uova nell’Unione europea (dopo i Paesi Bassi), con una fetta delle esportazioni totali nel 2022 pari al 17,9%. 

Se da una parte i sistemi di produzione convenzionali restano i più utilizzati, la percentuale di galline ovaiole allevate in gabbia evidenzia un calo costante, dall’81% nel 2020 al 71,8% nel 2022. Nel 2022 il 21,3% delle galline ovaiole sono state allevate in sistemi a terra, il 6,25% in sistemi all’aperto e lo 0,7% in sistemi biologici (agriculture.ec.europa.eu).

Nel 2022 e nel 2023 la transizione verso sistemi senza gabbie ha risentito delle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina. L’impennata dei costi dell’energia e il rincaro di fertilizzanti e mangimi hanno pesato sul mercato, ostacolando i nuovi investimenti in sistemi alternativi.

Si stima che la produzione in sistemi di allevamento a terra costi il 20% in più (il 30% per i sistemi all’aperto) rispetto alla produzione in gabbia. Quando i prezzi di mercato sono bassi, è possibile che dalla vendita dei prodotti si ricavi un “premio benessere”. Per contro, durante crisi come l’invasione dell’Ucraina, l’aumento dei costi fa diminuire la redditività dei sistemi senza gabbie rispetto ai sistemi convenzionali.

Il costo totale della transizione dalla produzione convenzionale ai sistemi di allevamento a terra (multipiano) è stimato tra 1,7 (Urbański, 2023) e 2,1 miliardi di złoty.

Ai fattori di ordine economico negli ultimi due anni si sono aggiunti altri ostacoli, tra cui (bestpracticehens.eu):

  • l’importazione di uova a basso costo e con bassi standard di benessere (sistemi in gabbia) dall’Ucraina, cui sono state accordate condizioni di favore per l’ingresso nel mercato dell’Ue;
  • l’assenza di sostegno da parte delle istituzioni pubbliche e la complessità delle procedure legali adottate nel paese;
  • la carenza di formazione su come gestire sistemi con standard di benessere migliori, per effetto della quale gli allevatori che hanno adottato sistemi di allevamento a terra o all’aperto hanno dovuto affrontare una serie di difficoltà nella gestione (dovute allo sfasamento tra sistemi di allevamento delle pollastre e sistemi di produzione delle ovaiole, a strutture non adeguatamente progettate e a personale non formato).
  • l’assenza di norme europee sulla produzione in allevamenti senza gabbie, che sarebbero utili a delineare una direzione chiara e prospettive stabili per il settore, oltre a creare parità di condizioni per tutti gli operatori e proteggere il mercato europeo da uova a basso costo prodotte in altri paesi con sistemi convenzionali.

Nonostante le difficoltà, i progressi dell’industria rispetto agli impegni assunti sono incoraggianti. Diversi anni fa supermercati leader del mercato come Biedronka, Kaufland, Carrefour, Lidl, Auchan, Żabka, Aldi, Netto e Schiever si sono impegnati a migliorare il benessere delle galline ovaiole e comunicano puntualmente i passi avanti compiuti.

Non solo alcune di queste aziende sono diventate cage-free per il 100% delle uova in guscio, ma hanno anche esteso i propri impegni a tutti i prodotti contenenti uova a marchio proprio, nello specifico Biedronka (implementazione al 100%), Lidl Polonia (avanzamento del 95%), Carrefour (avanzamento del 73%), Aldi (avanzamento del 74%) e Żabka (obiettivo fissato, progressi non comunicati). 

In una congiuntura difficile, la Polonia sta facendo buoni progressi nella transizione verso sistemi senza gabbie e milioni di galline ovaiole stanno già beneficiando di standard di benessere migliori.

Spagna

Nell’ultimo anno la produzione da sistemi alternativi alle gabbie è cresciuta del 15% e rappresenta oggi il 36% del volume totale delle uova vendute. Il numero di galline ovaiole allevate in sistemi senza gabbie è aumentato del 18%, cioè di 2,3 milioni di animali. Di conseguenza, il totale delle galline allevate in sistemi alternativi è pari a 14,86 milioni.

Nonostante il paese evidenzi il calo più alto registrato rispetto all’anno scorso, la percentuale di galline in gabbia rimane elevata, pari al 68,6% del totale nazionale, superata soltanto dal dato della Polonia.

Gli operatori del settore riferiscono svariate difficoltà nel mantenere gli impegni presi per effetto di una pluralità di problemi e fattori. I trasformatori, per esempio, evidenziano che:

  • si registra una carenza di uova da sistemi alternativi e prezzi alti per le poche disponibili. Questo significa che impiegare questa categoria di uova per prodotti di base a marchio proprio come biscotti, torte e cereali è antieconomico.
  • Non c’è domanda di uova da sistemi alternativi alle gabbie da parte di terzi (per es., i supermercati), perciò i produttori sono poco propensi a investire nella transizione.
  • Una percentuale alta della produzione spagnola viene esportata nei paesi in via di sviluppo, dove il mercato per le uova da sistemi alternativi è nettamente più ridotto.

I principali supermercati spagnoli si sono già impegnati ad abbandonare le gabbie. Lidl e Alcampo hanno già raggiunto il 100% degli impegni presi, e altri continuano a comunicare con trasparenza i progressi fatti ogni anno, come Carrefour Spagna, DIA Group, Eroski e Aldi Spagna.

Nel settore dei produttori, Huevos Guillén, continua a fare buoni progressi nel proprio processo di transizione, mentre Grupo Avícola Rujamar ha completato il proprio impegno.

Ad alimentare questi sforzi è l’attenzione crescente che i consumatori spagnoli dedicano all’origine dei prodotti alimentari e al loro sostegno per la produzione in sistemi alternativi alle gabbie.

America del Nord

America del Nord

Mentre il mercato cage-free è cresciuto negli Stati Uniti, in Canada si è passati alle gabbie arricchite, non considerate adatte a garantire un migliore livello di benessere alle galline ovaiole.

Scopri di più

Dopo un importante cambiamento avvenuto nel 2016, e stimolato dalle richieste dei consumatori di standard di benessere migliori, il mercato statunitense di uova da sistemi alternativi ha evidenziato una crescita continua. Dalle stime fino a ottobre del 2023, il 38% del mercato è senza gabbie (www.ers.usda.gov), con una crescita significativa rispetto al 15% registrato nel 2018. C’è da dire però che soltanto in dieci Stati sono state approvate leggi che vietano il confinamento per le galline ovaiole (ers.usda.gov, www.ers.usda.gov) e questo ostacola l’approvvigionamento di uova da sistemi con standard di benessere migliori che potrebbero non essere disponibili in alcune regioni. Mentre negli Stati Uniti si è assistito a una crescita del mercato senza gabbie, in Canada la transizione ha riguardato i sistemi con gabbie arricchite, che tuttavia sono considerati inaccettabili dal punto di vista del benessere animale.

La diffusione delle gabbie arricchite in Canada

Come negli Stati Uniti, in Canada le richieste di sistemi alternativi alle gabbie hanno preso piede nel 2016, stimolate dalle crescenti critiche dei consumatori verso l’allevamento in gabbia delle galline ovaiole.

Tuttavia, mentre negli Stati Uniti si assiste a una transizione dai sistemi convenzionali ai sistemi senza gabbie, in Canada il nuovo standard per l’allevamento delle galline ovaiole è rappresentato dalle gabbie arricchite. Queste sono simili alle gabbie convenzionali, con la sola differenza che forniscono poco spazio in più per muoversi (~20%) e sono dotate di piccole aree con “arricchimenti” come un’area nido, posatoi e lettiera. Pur essendo per certi versi migliori rispetto a quelle convenzionali, le “gabbie modificate” restano pur sempre un sistema di confinamento.

Gabbie arricchite non significa maggior benessere

Le galline allevate in gabbie arricchite non hanno la possibilità di rifugiarsi su un posatoio posto in alto per sottrarsi alla pica delle piume e hanno a disposizione una lettiera che in sostanza consiste in un tappetino di plastica con una manciata di mangime da becchettare. Inoltre, essendo alloggiate in gabbie con il fondo perlopiù in metallo, hanno possibilità molto limitate di fare bagni di polvere.

Studi specifici hanno dimostrato che le gabbie arricchite non offrono la varietà di spazi necessari per l’espressione di molti dei comportamenti naturali importanti per il benessere delle galline, come appollaiarsi, becchettare in cerca di cibo, fare bagni di polvere, sbattere le ali e stirarsi.

Inoltre, nei capannoni con gabbie accatastate le une sulle altre, è molto difficile per gli operatori condurre delle ispezioni, il che significa che molti animali feriti soffrono e muoiono senza che nessuno intervenga.

L’industria delle uova canadese utilizza per la maggior parte sistemi convenzionali. Al momento la produzione di uova non in gabbia si aggira intorno al 17%, con un incremento di appena il 3% rispetto al 2018. Per contro, nello stesso periodo di tempo la produzione di uova in sistemi con gabbie arricchite è cresciuta di circa il 18% (dal 14 al 32%) (Egg Farmers of Canada, 2022). Purtroppo, benché l’industria le presenti come la soluzione per l’abbandono delle gabbie di batteria tradizionali, le gabbie arricchite sono sistemi di confinamento, e quindi rappresentano un investimento sbagliato e rischioso, del tutto inadeguato al futuro.

I consumatori canadesi chiedono uova da sistemi non in gabbia

A chiedere con forza un futuro senza gabbie sono i canadesi. Come emerge da un sondaggio condotto di recente da Bryant Research, il 75% dei residenti in Canada ritiene che le gabbie arricchite siano inadeguate per le galline ovaiole e il 77% degli intervistati pensa che le aziende del settore alimentare debbano adottare politiche per eliminare le gabbie nell’allevamento delle galline ovaiole all’interno delle proprie filiere (Bryant Research, 2023). È evidente quindi che esiste una domanda di uova provenienti da sistemi alternativi. I produttori, però, stanno scegliendo di investire su sistemi che non offrono i migliori standard di benessere attesi dai consumatori.

Nonostante la diffusione delle gabbie arricchite, in Canada si contano anche aziende del settore alimentare che tengono fede all’impegno di migliorare il benessere delle galline ovaiole scegliendo uova provenienti da sistemi non in gabbia. Come in altre regioni e paesi, le richieste e le pressioni dei consumatori, da una parte, e la trasparenza dei produttori, dall’altra, sono fondamentali per stimolare la transizione. Adottando le giuste pratiche, le aziende canadesi possono mantenere i propri impegni e tenere fede alla promessa fatta ai consumatori di migliorare in misura significativa la qualità di vita delle galline ovaiole.

Asia-Pacifico

Asia-Pacifico

Il mercato della regione Asia-Pacifico è quello in più rapida crescita grazie all'aumento della domanda, all'innovazione dei prodotti e all'incremento del reddito disponibile.

Scopri di più

Secondo le stime, nella regione Asia-Pacifico l’89,2% della produzione commerciale di uova proviene da sistemi convenzionali e solo l’1,4% delle galline sono allevate in sistemi all’aperto o biologici (Guyonnet). Tuttavia, il mercato della regione Asia-Pacifico è quello che registra la crescita più rapida di sistemi alternativi alle gabbie, per effetto di una maggiore domanda, dell’innovazione di prodotto e della crescita del reddito disponibile.

Cina

In Cina l’attuazione degli impegni ad abbandonare le gabbie entro il 2025 procede a rilento. Per esempio, Aldi si è impegnata a operare la transizione (solo per le uova in guscio) entro il 2025, ma non ha ancora comunicato nessun progresso.

La produzione da sistemi non in gabbia rappresenta solo il 10% del prodotto annuo cinese (pari a oltre 600 miliardi di uova; FAO, 2022), perciò per i supermercati è difficile soddisfare i propri bisogni di approvvigionamento (The Poultry Site, 2022).

Al momento l’espressione “non in gabbia” (非笼养) non è di uso comune nel mercato cinese e non ci sono studi approfonditi e sottoposti a revisione indipendente sulle preferenze dei consumatori per le uova da sistemi non in gabbia. È possibile che alla base ci sia una mancanza di consapevolezza del significato stesso di questa espressione; secondo i risultati di un sondaggio condotto da FAI Farms e IQC nel 2020, l’80% degli intervistati riferiva di non saper dire chiaramente che cosa significava uova da sistemi “non in gabbia” e non attribuiva valore alla produzione di uova in sistemi alternativi (The Poultry Site, 2022). I consumatori tendono a prestare maggiore attenzione ad aspetti quali la sicurezza alimentare e il prezzo. Siccome le uova da sistemi non in gabbia possono costare anche il triplo rispetto alle uova prodotte convenzionalmente, i consumatori potrebbero essere poco incentivati a spendere di più per prodotti derivanti da sistemi con standard migliori di benessere. Tra le cause della scarsa disponibilità si possono indicare la mancanza di informazioni, l’assenza di un’etichettatura e di messaggi chiari sulle confezioni e l’assenza di messaggi di marketing che facciano leva sulle caratteristiche di miglior benessere delle uova da sistemi non in gabbia. (Yang, 2011; The Poultry Site, 2022) (rivisto in Chen et al., 2023).

Non solo mancano leggi e standard specifici sul benessere degli animali d’allevamento, ma produttori e aziende del settore alimentare potrebbero essere poco incentivati a operare la transizione verso sistemi alternativi alle gabbie per la produzione di uova, probabilmente perché non vedono come ricavare un rendimento immediato da questo tipo di investimenti e perché mancano mercati differenziati, soprattutto per i produttori che hanno appena riconvertito gli impianti (The Poultry Site, 2022).

Se da una parte, negli ultimi anni, i marchi internazionali sono stati lenti nel promuovere sistemi alternativi alle gabbie in Cina, dall’altra le aziende con le quali abbiamo avviato una collaborazione restano convinte che il benessere animale e la produzione di uova non in gabbia siano tra i principi fondamentali dello sviluppo sostenibile dell’allevamento e sono disposte a partecipare attivamente alla trasformazione del mercato.

Finora abbiamo lavorato attivamente con i supermercati per incoraggiare la diffusione nel mercato di uova da sistemi non in gabbia e portiamo avanti una stretta collaborazione con i produttori in materia di applicabilità e qualità dei sistemi e delle pratiche di allevamento alternativi.